Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

Ottimizzare Google My business Guida definitiva screenshot - Studio Makoto

La concorrenza locale è fra le più spietate. Ambisci a posizionarti fra i primi 3 nel Local Pack? Non vuoi più fissare un telefono che non squilla. Questa guida approfondita all’ottimizzazione ti spiegherà tutto quello che devi sapere e alcuni trucchetti o impostazioni avanzate per far letteralmente volare la tua attività.

Non è la solita guida passo passo alla creazione della tua prima scheda Google My Business (GMB). Articoli simili ce ne sono quanti ne vuoi in giro per il web. Si tratta piuttosto della più completa raccolta di tips&tricks e suggerimenti avanzati per l’ottimizzazione della scheda GMB e conquistare il bramato Local Pack e le prime posizioni sulle Mappe di Google.

Aggiornamento importante: è necessario dire qualche parola sull’annuncio ufficiale del 4 novembre 2021, scritto da Matt Madrigal, VP di Google Maps and Merchants.

Nel novembre 2021, Google My Business cambia nome e diventa Google Business Profile, in italiano “Profilo dell’Attività su Google”. A partire da una data non specificata nel 2022, la dashboard di Google My Business e l’app per smartphone saranno ritirate per tutte le imprese con una sola sede. Tutte le informazioni e le funzionalità per gestire la scheda saranno completamente disponibili direttamente da Search e Maps (fonte: Matt Madrigal, VP di Google Maps and Merchants).

Le imprese o le agenzie con più sedi avranno accesso a quello che sarà chiamato Business Profile Manager.

Google ci ha già abituato ad annunci che poi slittano nel tempo anche di anni. Eppure, può essere utile prendere confidenza con il nuovo modo di modificare le informazioni (in parte disponibile dal 2017). Lo mostrerò più avanti nell’articolo.

Nulla cambia, invece, per quanto riguarda l’ottimizzazione della scheda GMB (o GBP) che è l’obiettivo dell’articolo.

I termini del servizio di Google Business Profile (o Profilo dell’attività su Google). Prima di tuffarci in quella che sarà probabilmente la guida più esaustiva e aggiornata di best practice e trucchetti su GMB che tu possa trovare sul web, è necessario leggere o ripassare i termini del servizio di GMB, e per tale ragione ti rimando alla guida ufficiale di Google (Insert URL), che è anche la migliore introduzione alle funzionalità offerta dalla scheda.

Cos’è Google my Business?

Google My Business è uno strumento gratuito per gestire attività locali online. Con GMB, è possibile:

  • fornire informazioni di base e informazioni aggiuntive sull’attività (indirizzo fisico, sito web collegato, orari di apertura, orari speciali, account di social media);
  • caricare foto e video aziendali;
  • pubblicare post per aggiornare gli utenti, veicolare promozioni, pubblicizzare eventi, ecc. In base all’attività è anche possibile fare prenotazioni, richiedere un preventivo (GMB, dunque, serve in modo diretto anche alla lead generation e alla conversione);
  • rispondere alle recensioni dei clienti, alle loro domande, ai messaggi.

I 3 fattori maggiormente legati al posizionamento locale, secondo Google

  1. Rilevanza (rispetto alle query dell’utente): si traduce nella necessità di avere una scheda quanto più precisa e dettagliata possibile, e con una frequenza di aggiornamento che ne dimostri la vitalità, o le sue prestazioni si offuscheranno nel tempo.
  2. Prossimità: se nella query viene esplicitata la località i risultati presentati da Google proverranno esattamente dalla località indicata dall’utente. Se, al contrario, la località non è esplicita, o la query contiene il modificatore “vicino a me”, allora Google, basandosi sull’IP del computer oppure sul GPS dello smartphone, terrà conto della distanza dell’utente dalle possibili aziende che soddisfano la query preferendo quelle più vicine.
  3. Prominenza: è legata sia alla notorietà di un business locale off-line, ma anche su informazioni che Google raccoglie su un business dal web, ad esempio link, articoli che lo riguardano, presenza nelle directory di settore, oltre naturalmente alle recensioni e al rating medio.

“GMB Ranking factors” global survey 

La “GMB Ranking Factors” è una ricerca iniziata nel 2005 da David Mihm che coinvolge decine di professionisti della SEO locale da ogni parte del mondo che provano a comprendere come funzioni l’algoritmo local di Google e come i fattori di posizionamento cambino nel tempo.

Ogni specialista risponde a un questionario, sintetizzando così tutta la sua esperienza, e condividendo cosa funziona e cosa no, o non più, sia per il posizionamento della scheda Google My Business che per la SEO locale in generale.

Oggi la ricerca è portata avanti da Darren Shaw di Whitespark.

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La SERP locale

Il Local Pack è il widget che appare in SERP in risposta a query esplicitamente locali, o interpretate da Google con intento locale. Esso è composto da una porzione di Google maps e dai 3 top performer, con relativo nome, indirizzo e telefono (il cosiddetto NAP). Cliccando sul bottone “Mostra tutto” si accede al cosiddetto Local Finder.

Fattori di posizionamento per il Local Pack - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

I fattori di ranking nel Local Pack secondo i più grandi esperti di Local SEO

image of map pack and local finder
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

Come avrai notato, una scheda GMB ottimizzata al meglio è il fattore ritenuto di gran lunga più importante per posizionarsi nel Local Pack/Finder.

I fattori generali emersi dalla ricerca come i più influenti per il posizionamento nel Local Pack sono 15.

Andiamo un po’ più nel dettaglio a vedere quali sono le caratteristiche più importanti della scheda al fine del posizionamento.

Principali fattori di ranking specifici per la scheda Google My Business

Categorie-come-fattore-di-posizionamento-del-Profilo-dellAttivita-nel-Local-Pack-Studio-Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda
  • Categoria primaria – è certamente uno dei principali fattori di posizionamento. Andrebbe sempre scelta la categoria che definisce un business in maniera più precisa possibile, ma in realtà è decisivo considerare quale categoria primaria utilizzano i competitor che si posizionano meglio sulle query d’interesse.
  • Parole chiave del titolo dell’attività – Un nome descrittivo si posiziona senz’altro meglio (“Pizzeria da Pino” VS “Da Pino”). Da regolamento, Google richiede che si usi la ragione sociale o l’insegna del locale commerciale, ma la violazione di questa regola non comporta penalizzazioni ma solo l’adeguamento del nome. Più che Google sono i competitor a segnalare le keyword intruse. In certi casi, un cambio di nome può incidere in modo decisivo sulle conversioni ed essere perciò la scelta più opportuna.
  • Prossimità a chi fa la ricerca – Google favorisce le aziende che sono più vicine alla posizione dell’utente. Sfortunatamente, non si può fare nulla per ottimizzare questo fattore di ranking. In caso di attività a più filiali, o comunque in casi in cui possa fare davvero la differenza, va valutato un cambio di sede. Google permette di visualizzare da dove vengono effettuate le ricerche e segnala anche le località “in ascesa”, nelle quali può valere la pena aprire una filiale.
  • Indirizzo fisico dell’azienda – Le aziende che esplicitano quanto più dati possibile per identificarle fisicamente (il numero civico, le coordinate GPS, il numero di scala/edificio) hanno un posizionamento GMB più alto.
  • Categorie secondarie – oltre alla categoria primaria, Google permette di selezionare fino a 10 categorie secondarie. Anche in questo caso è utile valutare quali categorie secondarie (e persino in che ordine) utilizzano i propri competitor, e testare varie combinazioni.
  • Rimozione dello spam – Google invita esplicitamente gli utenti, e in particolare i possessori di una scheda GMB a farsi parte attiva nel combattere lo spam e i comportamenti illeciti, che affliggono, in maniera a volte insopportabile, le SERP locali. Questo sforzo in crowdsourcing è così fondamentale per Google che viene premiato rendendo l’attività di “spam fighting” un segnale di ranking a tutti gli effetti.
  • Completezza della scheda – Avere una scheda GMB incompleta rende più difficile per i clienti raggiungerti e interagire con te. Descrivi la tua attività, aggiungi foto aziendali, presenta e spiega i prodotti/servizi che offri, mostra sempre orari di apertura al pubblico aggiornati, seleziona gli attributi (le caratteristiche specifiche che descrivono la tua attività, intesa come ambiente destinato al pubblico), insomma non essere avaro di dettagli. Ricorda che Google raccoglie le informazioni presenti sulla tua scheda (sui post, le Q&A, le descrizioni dei prodotti/servizi) e può mostrarle sulla local SERP, allo stesso modo in cui può utilizzare le informazioni presenti sul tuo sito per generare una scheda, associandole le giuste categorie o altro. Di fatto tutte le informazioni presenti sul tuo sito e sulla scheda (ecco perché deve essere completa e ottimizzata) andranno a far parte dello stesso pool di dati – che devono perciò essere coerenti fra loro – che Google usa per rispondere alle query degli utenti.
  • Avere una scheda verificata: se Google ha autogenerato il Local Panel relativo alla tua attività, la prima cosa da fare è reclamarne la proprietà attraverso una procedura di verifica, spiegata nella guida ufficiale di Google. LINK

E adesso è ora di ottimizzare al massimo la tua scheda Google My Business!

Analisi della concorrenza

Come sempre nella SEO, l’esame dei competitor e delle SERP è il punto di partenza imprescindibile. Nel caso della scheda GMB, dovresti fare un elenco delle keyword di tuo interesse, aggiungendo anche il modificatore locale (specifica cioè quale città/regione sono di pertinenza del tuo business) e soffermarti sui primi 3 risultati nel Local Pack (perciò detto anche 3 Pack), ossia le posizioni che realmente contano, come suggerisce questa ricerca di Moz secondo cui il 44% degli utenti clicca sui primi 3 risultati sul local pack e solo un 8% clicca sul bottone per accedere al Local Finder.

Fai un’analisi qualitativa delle caratteristiche delle schede dei tuoi competitor: usano i post? Con che frequenza? Di che tipo? Fanno offerte? Di che tipo? Che attributi utilizzano? Quante review e quale rating medio hanno? Mostrano prodotti? Quali funzioni attivano (richiesta preventivo, prenotazione di un tavolo ecc.)?

Questo ti aiuterà a stabilire quali sono le cose base da fare, per poi farle meglio!

TIP: ricorda che le analisi della concorrenza vanno sempre fatte con navigazione incognita, questo perché le interazioni con una scheda GMB, come i click sulle indicazioni stradali, sulle recensioni, sulle domande, o altro, costituiscono un segnale che aiuta il ranking (non vorrai certo inviare un segnale positivo sui tuoi competitor?) e questo segnale può essere registrato solo se proviene dall’account di un utente loggato.

Categorie di Business

Secondo la GMB Ranking factors global survey la Categoria primaria è il fattore principale di posizionamento di una scheda GMB.

La Categoria primaria influenza in modo diretto i risultati di ricerca nei quali possiamo apparire. Per tale ragione, può essere utile sperimentare cosa succede a livello di visualizzazioni provando a cambiarla fino a trovare quella che performa meglio. Intendiamoci, anche a costo di sacrificare leggermente la precisione con cui si descrive il proprio business, del resto GMB serve a portare traffico e soldi!

Le Categorie secondarie non vengono mostrate pubblicamente, ma sono comunque importanti al fine del posizionamento, come lo è l’ordine con le quali vengono selezionate, influenzando query specifiche correlate a quelle categorie.

Google permette di inserirne 10, ma è meglio non esagerare e rimanere coerenti con quello che è effettivamente il business, non ha alcun senso cercare di “allargare” il proprio campo di attività.

TIP: 3-5 categorie secondarie sono di solito più che sufficienti per descrivere qualsiasi attività. Ricordati che esagerare può farti incorrere nel cosiddetto “dilution effect“, come denominato da Darren Shaw.

Al fine dell’analisi della concorrenza è importante verificare quali sono le categorie secondarie utilizzate dai competitor.

GMBCrush, estensione per l'analisi della concorrenza su GMB - Studio Makoto
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TIP: per visualizzare al volo le categorie secondarie di un competitor puoi usare la semplice estensione per Chrome GMBSpy;

Advanced TIP: se però vuoi fare sul serio, il tool da avere fra gli attrezzi per l’analisi approfondita dei competitor è l’estensione per Chrome (gratuita!) GMB Crush rilasciata nel 2021 dall’italiano Simone Barletta e in costante potenziamento.

Se sei un SEO o un’agenzia, GMB Crush diventerà un tuo prezioso alleato per la lead generation, aiutandoti a determinare quali business valga la pena contattare per offrire i tuoi servizi. Si tratta dei cosiddetti Outsider, business con le carte in regole per “esplodere” in breve tempo, per es. quelli che hanno molte recensioni ma la categoria primaria sbagliata, o un sito senza le ottimizzazioni di base per la SEO locale: portare risultati in breve tempo ti permetterà di conquistare la fiducia del tuo cliente.

How-to schema

Installa e clicca sull’icona di GMB Crush che farà aprire un nuovo tab. Clicca su “search now” e si aprirà Google Maps con le nuove feature aggiunte da GMB Crush. Potrai estrarre informazioni approfondite da una singola scheda my Business come le categorie, l’indirizzo (se reso visibile), la descrizione, il numero di recensioni, il rating, numero e frequenza e data di pubblicazione dei post. Sarà presto possibile raccogliere anche ulteriori informazioni su prodotti, offerte, attributi, insomma tutto quello che c’è da sapere su una scheda Google My Business e come viene amministrata.

GMB Crush permette anche di cambiare la location dalla quale si effettua la ricerca per vedere come i risultati sono influenzati dalla prossimità. Nella sidebar di destra, in fondo ai risultati, troverai un checkbox con la dicitura “Update results when map moves”.

Se lo selezioni i risultati cambieranno in tempo reale via via che muovi la mappa e quindi la location. Potresti vedere risultati sponsorizzati che appaiono e scompaiono in base a come centri la mappa, indicativo di una campagna iper-targettizzata per specifiche aree/quartieri (in una ricerca locale i risultati possono essere immaginati come disposti su una griglia, centrata sul punto da cui si effettua la ricerca, con una determinata distanza – radius – fra i vari punti che la compongono).

GMBCrush, estensione per l'analisi della concorrenza su GMB - Studio Makoto
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Oppure puoi cliccare su “grab first 20 results” per avere una panoramica più rapida in formato tabellare, esportabile come CSV. Oltre ai Top 20 questa tabella contiene anche i primi 2 risultati sponsorizzati.

GMBCrush, estensione per l'analisi della concorrenza su GMB - Studio Makoto
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Presta attenzione a quali categorie primarie e secondarie usano i primi 3 posizionati (al di sotto delle ads naturalmente). Attenzione anche all’ordine con cui le categorie sono state selezionate.

Ora puoi iniziare a testare diverse combinazioni e valutare come Google risponde a ogni gruppo di categorie. Tieni sempre traccia dell’impatto di queste modifiche sul ranking.

Tip: Quando Google rilascia gli aggiornamenti Google My Business, nei primi giorni appaiono spesso come spam o fantasma. Meglio aspettare circa una settimana prima di impegnarsi nei cambiamenti delle categorie. Questo dà al motore di ricerca il tempo di eliminare lo spam, e ti permette di avere un quadro veritiero di quali combinazioni funzionano meglio.

Pro tip: Controlla periodicamente su https://plerp.com ordinando per categoria e per data in modo da visualizzare per prime le categorie recentemente introdotte da Google. Come ormai saprai, riempire la tua scheda di categorie secondarie a casaccio, o anche solo apparentemente connesse al tuo Business, può farti un danno, per un effetto di “diluizione”, come spiega Darren Shaw di Waterspark.

In questo modo, se ne individuerai qualcuna in grado di descrivere in modo più preciso il tuo Business, potrai subito inserirla fra le categorie della tua scheda (magari testando che risultati produce inserendola come categoria primaria) e, in questo modo, potrai battere i tuoi competitor sul tempo, facendoti trovare per le query più profittevoli per la tua nicchia.

Pro Tip: Per una scheda GMB veramente ottimizzata, ti consiglio di includere tutte le categorie selezionate nella descrizione, nei post e nelle descrizioni dei prodotti che offri. 

Pro Tip: Inoltre, sia le categorie che le ricerche correlate a queste categorie dovrebbero essere presenti nelle prime 300 parole della home del sito collegato alla scheda, nella pagina relativa ai prodotti/servizi, e nelle pagine locali. Anche le parole che Google suggerisce in grassetto nella prima pagina della SERP possono essere rilevanti co-occorrenze rispetto alla query principale. Queste sono solo alcune indicazioni generali, l’ottimizzazione del sito secondo le buone pratiche della local SEO esula dallo scopo di questo articolo.

Pro Tip: Oltre a spiare i tuoi concorrenti usando GMB Crush, un altro modo per scegliere correttamente le categorie secondarie è quello di utilizzare un servizio gratuito offerto da PlePer.
PlePer mantiene una lista pubblica di tutte le categorie via via che Google ne introduce di nuove, di solito a cadenza mensile.

How-to schema

Vai sul sito, accedi alla directory della pagina delle categorie dal menu Strumenti.
Dato che le categorie riconosciute da Google variano sia per paese che per lingua della ricerca, dovrai selezionarle per poi ottenere l’elenco completo.
Puoi filtrare i risultati per una parola chiave rilevante.

Pleperp, categorie di Google per il Profilo dell'Attività GMB - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda
Pleperp, categorie di Google per il Profilo dell'Attività GMB - Studio Makoto
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Quando avrai identificato la Categoria primaria che meglio descrive il tuo business, clicca su “Related Categories” e potrai visualizzare le statistiche relative alla frequenza con cui queste categorie sono scelte dalle decine di migliaia di attività locali monitorate da PlePer.

Advanced TIP: Un altro modo per usare la directory offerta da PlePer è quello di visualizzare tutte le categorie, ordinarle per “Detected for the first time”, e vedere quali categorie sono state introdotte per ultime. Se una si adatta alla tua attività, prova a usarla e vedi cosa succede al posizionamento della tua scheda. Se la presenza di questa categoria sarà in grado di farti posizionare meglio su gruppi di keyword che le sono correlate, godrai del vantaggio competitivo di essere stato fra i primi ad adottarla.

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Cover Photo

Inutile negarlo, Google ignora spesso l’immagine di copertina che scegli, soprattutto se si tratta di un logo o di foto stock (ripetitive e senz’anima). Google vorrebbe vedere te, il tuo team e la tua attività, per poterle mostrare agli utenti; perciò tende a prediligere foto di questo tipo.

Tip: potrebbe essere utile, se hai spazi ampi e pochi dipendenti a riempirli, invitare degli amici per simulare delle scene di vita lavorativa, ricordandoti di non posare ma di fare foto più naturali possibile.

Tip: Se Google cambia la cover foto e non accetta quella che continui a ricaricare, una possibile soluzione è quella di andare nella sezione per la creazione di un sito (nella dashboard di GMB) e caricare la cover che hai scelto come immagine centrale della home. Avrai più chance che Google la includa davvero come cover nella tua scheda Google My Business.

Foto

Google è avido di foto, continua a caricare regolarmente nuove foto rispettando le stagionalità.

Tip: evita di fotografare luoghi vuoti: è più interessante e coinvolgente per un potenziale cliente vedere persone al lavoro. In qualche caso, anche per ragioni di privacy, può essere utile invitare qualche amico e, pur mantenendo un senso di spontaneità e naturalezza della scena (assolutamente non mettetevi in posa!), ricreare delle scene tipiche relative al tuo business che prevedano uno scambio con i clienti.

Tip: Brandizza le foto inserendo nome (o NAP) e logo. Puoi testare il riconoscimento della scena, del logo e del testo presente sull’immagine usando le Vision API in Google  o Chooch di Pinterest (maggiori dettagli nel paragrafo sulle cover dei Post).

TIP: è possibile caricare una foto a 360 dell’interno della tua attività. Google suggerisce che puoi rivolgerti a degli esperti certificati da Google stessa, ma esiste anche un sistema del tutto gratuito. Scarica l’app di Google Street view, disponibile sia su Android che su iOS, e accedi alla relativa funzione. Scatta la foto seguendo le indicazioni e inseriscila nell’apposita tab della sezione foto in dashboard.

Si possono caricare anche video, che risultano particolarmente efficaci. Il limite è di 30 sec e 100Mb.

Tip: i video possono essere utili a far capire dov’è esattamente ubicata la tua attività e risultano utili a quelle persone che si lasciano intimidire dall’individuare il portone giusto, che vogliono vedere il parcheggio più vicino, ecc. 

Telefono

Tip: aggiungi un numero di telefono secondario in modo da non perdere il tracciamento delle chiamate nel caso in cui l’operatore o la linea del numero primario avessero dei problemi.

Tip: fai delle ricerche periodiche su Google dei numeri di telefono della tua attività per verificare che non siano stati utilizzati in maniera fraudolenta ed evitare quindi di essere associato a quel tipo di attività.

Tip: se utilizzi un numero virtuale assegnato da un servizio di tracciamento delle chiamate come VirtualCallTracking, aggiungi anche come numero secondario il numero reale della tua attività (Google ama la trasparenza).

Descrizione

Solo i primi 250 caratteri di una descrizione vengono mostrati nel pannello senza dover premere il tasto mostra di più.

Le keyword all’interno della descrizione devono essere presenti in modo del tutto naturale. Ricorda che il loro impatto sul ranking è irrilevante, nonostante a un certo punto sia stato affermato il contrario in un documento ufficiale di Google poi radicalmente modificato proprio per il gran rumore che aveva suscitato fra chi si occupa di SEO locale.

Tip: la descrizione va considerata come un sales copy persuasivo che indirizzi verso la conversione (telefonata, visita al sito, indicazioni stradali, richiesta preventivo…). Conviene sempre valutare le descrizioni dei primi 3 posizionati per le query di tuo interesse, per verificare se riscontri qualche pattern, qualche caratteristica ricorrente che può aiutarti con la tua descrizione.

Pro tip: prova a includere almeno la categoria primaria, se non anche le secondarie all’interno della descrizione.

Pro tip: Per valutare la descrizione è possibile utilizzare Watson NLU, ossia gli algoritmi di IBM  applicati alla comprensione del testo (la demo gratuita della controparte di Google è stata sospesa nell’agosto 2021). 

Basta inserire il testo e controllare quali keyword ed entità vengono identificate da Watson per avere un’idea di come algoritmi di questo tipo, compresi quelli di Google, comprendono il testo. Dovrai fare un fine-tuning della descrizione aggiustando frequenza e posizione in modo che le entità più rilevanti per il tuo business siano anche quelle più “salienti” agli occhi di Watson.

Pro tip: Puoi usare Watson anche per ottimizzare i testi delle ads locali che puoi erogare sulle Mappe.

Attributi

Gli attributi GMB segnalano agli utenti le caratteristiche di un’attività, ad es. aria condizionata, navetta per l’aeroporto, delivery, asporto, ecc.

Gli attributi dipendono dai tipi di attività (la sua categoria primaria) e sono tenuti in gran considerazione dai clienti. 

Tutti gli attributi che si riferiscono agli standard di igiene e protezione della salute sono essenziali in quest’epoca di pandemia. Gli utenti se li aspettano, quindi devi averli, ma non barare, o i tuoi clienti potrebbero segnalarti.

Google sta cercando di associare correttamente i giusti attributi ai vari business anche coinvolgendo direttamente gli utenti in una forma di crowdsourcing. Infatti, navigando sulle mappe, gli utenti possono ricevere da parte di Google delle domande che riguardano proprio gli attributi di un business che l’utente ha visitato.

Tip: mentre le categorie vengono aggiornate circa una volta al mese, gli attributi cambiano di continuo. Si tratta proprio dell’area a maggior frequenza di cambiamento all’interno di GMB. Per tale ragione, è importante monitorare di continuo i nuovi attributi e aggiornare di conseguenza la scheda cercando di rappresentare il business in maniera più dettagliata possibile. Ricorda che così facendo acquisterai maggiore credibilità agli occhi di Google.

Q&A

Per la sezione domande e risposte è consentito, anzi raccomandato, fare che la stessa impresa crei delle domande e relative risposte, cercando di anticipare quelle dei potenziali clienti. Ricordati di usare parole chiave rilevanti all’interno delle Q&A e di entrare più in dettaglio per quei servizi/prodotti che potrebbero avere bisogno di qualche spiegazione in più.

Gli utenti potranno poi votare le risposte che trovano utili e questo ne determinerà la posizione all’interno della scheda.

Tip: tu stesso puoi votare positivamente o negativamente le Q&A e in questo modo prendere il controllo di quali appariranno all’inizio. Può essere utile, ad esempio, a riflettere la stagionalità o un prodotto in promozione.

Prova a coinvolgere impiegati, collaboratori, amici del settore, o qualche cliente con cui lavori da tempo per avere degli spunti e potere rispondere a domande che a te non sarebbero venute in mente.

Allo stesso modo, è utile guardare le domande poste dagli utenti sulle schede dei tuoi competitor e aggiungere fra le tue.

È possibile segnalare a Google eventuali domande ricevute dagli utenti che risultassero del tutto off-topic in modo da ripulire la scheda: fidati riceverai le domande più assurde!

Se sei una Guida ufficiale di Google puoi rispondere anche a domande fatte sulle schede dei competitor, e se ci pensi ha perfettamente senso: Google sa chi sei, qual è la tua attività e ti considera autorevole nel tuo settore. D’altro canto, anche i tuoi competitor che fossero Guide potranno fare lo stesso sulla tua scheda.

Pro tip: Inserisci le domande più importanti nello schema FAQPage sulla corrispondente pagina del tuo sito. Se invece si tratta di una domanda singola su uno specifico prodotto o servizio, allora lo schema da usare è Question e va pubblicato sulla pagina corrispondente al prodotto/servizio.

Prodotti

Si tratta di una feature preziosa e sottoutilizzata, quindi il fatto stesso di usarla può distinguerti dalla massa permettendoti di presentare i tuoi prodotti anche a chi non visita il sito, magari convertendolo subito in lead dalla scheda GMB. Ricorda che per Google un prodotto o un servizio sono analoghi.

Come per i post è bene utilizzare immagini che catturino l’attenzione.

Nominare i file di cover dei prodotti come i relativi prodotti.

Tip/Hack: è possibile utilizzare GIF animate come cover dei tuoi prodotti facendole risaltare agli occhi degli utenti. Basta creare una GIF animata con tool che preferisci (ad es. Canva  o Giphy ), ricordando di cambiare l’estensione in “jpg” o Google rifiuterà di caricarla. Mi raccomando, il primo frame della GIF deve già essere significativo perché quando un utente clicca sul prodotto per visualizzarne la scheda vedrà appunto solo il frame iniziale. Le GIF possono anche contenere scritte che “entrano” su un’immagine di sfondo, e che, come ora sai, Google è in grado di leggere.

Ricorda che per Google trasparenza e coerenza (consistency) sono fondamentali; quindi, allinea sempre i cataloghi di prodotti e i relativi nomi a quanto effettivamente presente sul sito (mirroring).

Post

Esistono diversi tipi di Post: Offerte, Novità, Eventi, Prodotti, Aggiornamenti per Covid-19.

gestione di Google my Business da Search - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

I post possono contenere foto, video, Link, un bottone di Call to Action (CTA) fra i possibili Prenota, Ordina Online, Acquista, Scopri di più, Iscriviti, Chiama ora che linkano una pagina del sito o una landing page.

Per approfondire quali tipologie GMB di post performano meglio puoi leggere questo articolo di Joy Hawkins.

Tip: Considera i post come dei veri e propri micro-articoli di blog. Strutturali usando gli Headline appropriati. Oltre al link inserito nella CTA, inserisci altri link verso tue property, a partire dal sito web (nelle pagine opportune in base all’oggetto del post).

Pro tip: sfrutta i link interni verso altri post per costruire dei veri e propri topic cluster attorno ai tuoi prodotti/servizi. Per la definizione del content plan fai anche riferimento alle statistiche che trovi nella Dashboard di GMB. Cliccando su “Visualizza il rendimento del nuovo profilo “accederai a una panoramica e al dettaglio delle ricerche che hanno restituito il profilo della tua attività (aggiornate una volta al mese). Tieni traccia di queste query su un foglio di calcolo e crea dei post ad esse correlati. Come parte della strategia puoi riferire i post a una specifica area/quartiere. Di nuovo, ti verranno in aiuto le statistiche di GMB. Puoi infatti visualizzare da quali aree arrivano le richieste di direzioni, riportate sotto forma di Cap associati e di heatmap. Sarà bene focalizzarsi su queste aree dedicando ad esse dei post specifici. Potresti creare un post più lungo su una location principale e poi dei post brevi, che rimandino ad esso, relativi a quartieri specifici.

Pro Tip: Quando un Cap è particolarmente ricorrente è consigliabile fare un audit specifico delle performance della scheda Google My Business in quell’area e tutte le conseguenti ottimizzazioni necessarie anche sulle location page del sito. In casi estremi si può arrivare al punto di aprire una nuova filiale o spostare la sede se questo permette di intercettare traffico e aumentare le conversioni.

Per quanto riguarda la lunghezza dei post, 100-300 caratteri sono sufficienti (laddove il massimo possibile è 1500). Quanto alla frequenza, ti sarà capitato di leggere le cose più disparate, da un post a settimana a 5 al giorno. In verità, dipende dalla nicchia in cui operi. Ancora una volta, analizza quel che fanno i tuoi competitor per trarre spunto, osservare eventuali pattern ricorrenti e premiati da Google, e comprendere al meglio le regole del gioco.

Le cover dei post sono particolarmente importanti per il CTR. Usa immagini eye-catching, con una risoluzione minima di 400px di larghezza per 300px di altezza, in formato JPG o PNG.

Pro tip: Brandizza le cover inserendo sempre il nome/logo della tua attività e volendo delle scritte inerenti al post o al business. Non di tratta di fare stuffing di keyword nelle immagini, ma semplicemente del fatto che ormai gli algoritmi di Intelligenza Artificiale deputati al riconoscimento delle immagini, usati da Google e dai Social Network, sono in grado di riconoscere il testo e comprenderne il significato, nonché i loghi, e questo li aiuta a rispondere meglio alle query di ricerca (non solo per immagini).

Per verificare come Google “legge” una tua immagine ti basta di usare la versione demo di Vision, le API realizzate per creare applicazioni basate su questi algoritmi di Image Recognition (in alternativa va bene anche Chooch di Pinterest)

Se Vision di Google comincia dal caricare un’immagine:

Google Vison API - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

Ed ecco il risultato.

Google Vison API - Studio Makoto
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Google Vison API riconoscimento testi e loghi - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

Modifica l’immagine finché l’algoritmo non sarà in grado di riconoscere il testo. Fai attenzione anche a un’eventuale incomprensione importante della scena ritratta nella foto. Quanto al logo non è detto che venga riconosciuto in sé ma è sufficiente che sia interpretato come un logo (lo stesso presente nei dati strutturati del sito associato alla scheda).

Fra i post, uno particolarmente utile, perché appetibile ai tuoi potenziali clienti, è quello relativo alle Offerte.

Per approfondire i vari tipi di post e i formati di foto e video che puoi allegare ti rimando a questo articolo di Skyler Reeves che include un template su Canva per croppare le immagini.

Tip: se accedi alla tua scheda da mobile, e solo da lì, avrai accesso a una promozione esclusiva destinata ai nuovi follower (eh si, gli utenti possono decidere di “seguire” la tua scheda GMB, motivo in più per produrre contenuti). Google definisce questa particolare offerta come “la ragione in più per la quale dovresti essere seguito”.

Pro tip: anche per chi vende servizi è molto importante creare delle offerte, facciamo l’esempio di un’agenzia di digital marketing. L’offerta potrebbe consistere in:

  • consulenze preliminari gratuite,
  • un report automatizzato, ma di valore per il prospect, relativo alla SEO,
  • un coupon di sconto su un servizio produttizzato (servizi standardizzati venduti come prodotti con caratteristiche e prezzo ben definiti),
  • l’organizzazione di un corso o una presentazione all’interno della propria sede, destinato magari a una categoria di imprenditori o comunque possibili utilizzatori del tuo servizio (GMB permette di integrare gratuitamente servizi come Google Meet o Zoom per la gestione di questo tipo di presentazioni o classi pubbliche qualora lo preferissi a un incontro dal vivo).

Recensioni

Il numero e il rating delle recensioni influenzano significativamente il posizionamento della tua scheda GMB. Un buon rating medio dovrebbe essere compreso tra 4,4 e 5.

Google è in grado di leggere e riportare sulla scheda anche recensioni provenienti da Facebook o da siti specializzati e autorevoli in base alla nicchia in cui opera il tuo business. 

Sembra scontato ma voglio dirlo chiaro: rispondi a TUTTE le recensioni, anche quelle di due parole e su qualsiasi piattaforma.

Tip: Se hai molte sedi e schede GMB con centinaia di recensioni, può essere utile fare un’analisi della loro tipologia di recensioni e scrivere delle risposte standard per cercare di automatizzare il processo il più possibile. Se fosse necessario, sappi che sono disponibili diversi tool proprio per sollecitare le recensioni, attraverso email, popup sul sito che linkano direttamente il riquadro di Google per scrivere la recensione.

Chiedi la recensione sempre, a ogni cliente, chiedendo di essere quanto più specifici possibile circa il prodotto o servizio acquistato.

Tip: le recensioni positive contenenti foto hanno un “valore” maggiore, soprattutto se caricate dai clienti direttamente dal loro smartphone (aiutando a migliorare la reach geografica).

Le recensioni contenenti keyword (al contrario delle tue risposte ad esse) hanno un maggior valore.

Le linee guida di Google vietano esplicitamente di “suggerire” il testo delle recensioni, ma nulla vieta di dare alcune indicazioni esplicite specificando di cosa parlare. Così facendo non solo il cliente sarà portato ad andare oltre i generici complimenti, ma gli daremo una gentle nudge per l’utilizzo di keyword per noi rilevanti.

Queste indicazioni possono essere contenute tanto nelle email che inviamo ai nostri clienti quanto presenti nella pagina del sito dedicata alle recensioni (ti suggerisco di averne una) che conterrà anche il link diretto al pop-up di Google nonché i link alle altre piattaforme di recensioni per te importanti.

Qualche esempio di domande da porre per provare a ottenere recensioni di alta qualità che contengano keyword adatte:

  • Quale servizio abbiamo svolto per te? 
  • In quale sede hai ricevuto il servizio? Come lo abbiamo svolto?
  • Come ti sei trovato a lavorare con noi?
  • Hai provato qualcun altro dei nostri servizi o prodotti?
  • Hai lavorato con qualche persona in particolare che vorresti menzionare?
  • Come ti sei trovato con i nostri prodotti rispetto ad altri che hai provato?
  • C’è qualche consiglio che ci daresti per migliorare la nostra attività?

Pro tip: Se la mole delle recensioni è, come ti auguro, molto elevata, o anche solo per formulare le risposte alle recensioni negative, senza farti prendere dalla rabbia che alcuni clienti inevitabilmente suscitano, è possibile utilizzare un tool di generazione automatica del testo. Ad es. Jarvis e Content Villain hanno dei “modelli” preimpostati specifici per generare risposte a recensioni. Basta inserire il tipo di prodotto/servizio, il punteggio ricevuto, i punti chiave della critica e GPT-3 – l’algoritmo di Intelligenza Artificiale su cui si basano la maggior parte dei tool di questo tipo – fornirà istantaneamente una serie di garbate risposte tra cui scegliere: provare per credere!

Content Villain generazione di risposte a recensioni GBP con Intelligenza Artificiale - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda
Content Villain generazione di risposte a recensioni GBP con Intelligenza Artificiale - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

Questi tool forniscono anche una integrazione con le API di Google Translate o di DeepL per una traduzione automatica precisa, ma che può comunque richiedere qualche ritocco manuale!

Le Local Justification

Una Local Justification (espressione utilizzata per la prima volta internamente a Google) è uno snippet extra di testo, con un’iconcina alla sua sinistra, che compare nei risultati nel local pack, nel finder e sulle Mappe per segnalare all’utente che una certa caratteristica del business risponde esattamente alla sua ricerca.

Tipi di local justification su Google Maps - Studio Makoto
Google Business Profile: oltre 40 trucchi per ottimizzare al massimo la tua scheda

Fonte: https://www.digitalmaas.com/blog/4-interesting-things-local-justifications/

Le informazioni utili per l’utente, presenti nello snippet provengono tutte dalla scheda GMB e dal sito associato, anche se in quest’ultimo caso il link non sarà necessariamente verso la pagina contenente le keyword usate nella ricerca.

Riuscire a ottenere queste Local Justification aumenta il CRT della scheda. Considerato che gli snippet vengono generati usando le informazioni che hai inserito nella scheda, come le descrizioni di servizi e prodotti, diventa chiaro come un’attività di keyword research sia propedeutica alla loro scrittura.

Allo stesso modo, avrai più chiara l’importanza di ottenere recensioni positive, non generiche, e contenenti keyword pertinenti.

Lo stesso discorso vale per i post dal momento che, se non sono più vecchi di 60 giorni, possono generare una Local Justification.

Pro tip: tieni traccia di tutti i post che producono justification, quali caratteristiche hanno, quali keyword contengono e quando sono stati pubblicati, in modo da poterne pubblicare di simili quando si avvicina la “data di scadenza”. Evita però di ripubblicare gli stessi post perché, per esperienza, performano peggio della prima pubblicazione.

Messaggi

Attivando i messaggi si ottiene il bottone blu “Chiedi un preventivo” in risalto nella parte alta della scheda. I messaggi sono un ottimo sistema per tenerti sempre in contatto coi tuoi utenti, facendoti percepire come vicino e pronto ad assisterli nei loro bisogni.

Ricorda di rispondere ai messaggi entro 24 ore o Google sospenderà il servizio. Anche se non è ugualmente obbligatorio, dovresti rispondere anche a domande e recensioni nel più breve tempo possibile.

Advanced tip: se il flusso di messaggi è molto impegnativo potresti investire in un chatbot basato sull’Intelligenza Artificiale, un “agente conversazionale” in grado di rispondere a domande più o meno complesse. Dialogue Flow di Google ad esempio è un servizio multipiattaforma di messaggistica automatizzata che utilizza algoritmi NLP (Natural Language Processing) per generare conversazioni in diverse lingue.

Social

L’attività sui social media non solo è una fonte di traction per il tuo business, ma da essa dipende anche la presenza delle icone social nella tua scheda.

La chiave per ottenere le icone social sulla scheda Google My Business è, come al solito, la consistency, ma anche la authenticity: dunque vanno assolutamente usati profili verificati!

I link ai social devono essere presenti sul sito, possibilmente anche in home, per es. nel footer.

Tip: i profili social devono essere attivi e vitali, mostrando engagement da parte dei tuoi follower, o Google smetterà di mostrare le loro icone.

Pro tip: Aggiungi gli account nei dati strutturati usando la property sameAs nello schema LocalBusiness. Ricorda che possono passare anche 40-50 giorni affinché Google aggiorni la scheda, per questo può essere utile richiedere un instant indexing attraverso le API di Google o l’indicizzazione della pagina (richiede comunque più tempo) attraverso la Google Search Console.

Pro tip: usa un tool, come la versione gratuita di Zapier, per creare un’automazione: ogni volta che ottieni una buona recensione su Facebook, Zapier la pubblicherà anche su GMB!

Tracciamenti

Diciamolo subito, le Statistiche di GMB sono troppo imprecise per poter essere davvero utili a chiunque voglia fare analisi sul serio.

Sappi, ad es., che i suggerimenti, o meglio le alternative di ricerca mostrate da Google in fondo alla scheda Google My Business vengono contate come visualizzazioni. Dunque, se il tuo business compare all’interno del pannello di un competitor, tale presenza, per quanto spesso non realmente vista dagli utenti, sarà considerata una visualizzazione nella sezione nelle Statistiche. Attenzione quindi a non sovrastimare le performance della scheda in termini di visualizzazioni ottenute.

Pro tip: per via di queste imprecisioni, tutti i link presenti nella scheda (link alla home del sito, alla pagina contatti ecc.) vanno tracciati usando i parametri UTM per poter misurare l’impatto di GMB su traffico, lead e vendite. Per approfondire ti consiglio la lettura di questo articolo di Claire Carlile che contiene anche un semplice Google Sheet per poter generare automaticamente gli UTM necessari a partire dai tuoi URL.

Spam fighting 

Lo spam è di sicuro la piaga peggiore che affligge la SEO locale e GMB in particolare: recensioni false (positive sulla propria scheda, negative su quella dei competitor), uso inappropriato di keyword nel nome dell’attività, sedi finte per aumentare la “prossimità” rispetto all’utente che fa la ricerca, ecc.

Purtroppo, Google non riesce da sola a far fronte a tutto questo spam e per questo apprezza che siano gli utenti o anche i business a segnalare l’attività fraudolenta dei competitor.

Dedica un po’ di tempo a girare su Google Maps e segnalare eventuali scorrettezze. Se operi in una nicchia con pochi competitor stai attento ad attaccarli frontalmente perché, anche se la segnalazione è anonima, se un competitor cominciasse a ricevere segnalazioni potrebbe contrattaccare a casaccio andando a fare le pulci alle schede di tutti i suoi competitor.

Tip: per le segnalazioni ricordati sempre di usare un browser loggato a un account diverso da quello con cui gestisci la scheda, in quanto i segnalati che già sono avvezzi a comportamenti scorretti potrebbero prendervi di mira fino al punto da riuscire a farti sospendere la scheda.

Il primo passo per la segnalazione di scorrettezze è ricorrere al bottone: “Suggerisci una modifica”. Se il suggerimento non dovesse produrre risultati e le informazioni aziendali fraudolente continuassero a ripresentarsi puoi usare il cosiddetto “Business Redressal Complaint Form,” che consente di inviare informazioni più dettagliate e prove della scorrettezza commessa da un’azienda.

Tip: prova a rivolgerti anche al GMB support forum & product experts o a servizi come https://reviewfraud.org. Ricorda che le persone che potranno assisterti lo fanno come volontariato, quindi, abbi un tono appropriato, non pretendere che ti rispondano e che lo facciano in tempi brevi e che siano sempre a tua disposizione, anche se sei comprensibilmente arrabbiato per i danni che stai subendo per colpa di un competitor sleale.

Advanced tip:  “Transparency for Chrome“, sviluppata dalla startup The transparency company, è un’estensione gratuita per Chrome che ti aiuta a indagare su una scheda sospetta. Transparency genera automaticamente un report affidabile che puoi inviare a Google attraverso il Business Redressal Complaint Form.

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Che tu sia responsabile marketing digitale di una grande azienda o un ristoratore, Studio Makoto saprà affiancarti in ogni attività di marketing e comunicazione con un solo obiettivo: la crescita del tuo fatturato.

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Citazioni

Ogni qual volta un business è  menzionato su una directory commerciale, su un sito web, un social, e la menzione contiene il suo NAP (nome, indirizzo, telefono) ci troviamo di fronte a una “citazione”. Ecco le fonti di citazioni più autorevoli per l’Italia secondo le ricerche di WhiteSpark.

Nonostante la ricerca sugli elementi chiave per il posizionamento locale abbia evidenziato come per molti SEO, le citazioni siano un fattore che sta perdendo rilevanza nel tempo, una recente ricerca di Greg Sterling di Uberall ha prodotto risultati interessanti. La ricerca, esposta nel corso del 5-hours-local-SEO organizzato da Semrush, ha mostrato le citazioni siano ancora utili al posizionamento, in particolare per Enterprise, retailer e franchise, ma anche per imprese medio-piccole con più sedi. Al contrario, lo sono meno per business piccoli o virtuali senza sede.

Tip: non mi stanco di ripeterlo, nella SEO, e nella Local SEO in particolare, consistency is the king. NAP, URL del sito e orari di apertura devono essere assolutamente identici. Stai attento quando li inserisci e verificali periodicamente ogni qual volta ne compaiono di nuove. 

L’inconsistenza e l’inaccuratezza delle informazioni presenti in rete, non solo hanno un impatto negativo sulla SEO ma inducono Google a perdere parte della fiducia nel business in favore dei competitor.

Pro tip: Creare decine di citazioni già solo nelle directory commerciali è un’operazione molto lunga e noiosa ma per fortuna ci sono numerosi servizi di citations building che operano anche in Italia, per es. Authority Builder, Loganix e Citation Builder Pro, che nella mia esperienza sono affidabili. Per le directory più rilevanti, quelle citate da WhiteSpark conviene comunque completare i profili fornendo informazioni dettagliate e aggiungendo foto. Per velocizzare l’indicizzazione delle citazioni, puoi usare un link indexer (tool che di solito creano short URL dei tuoi link, li pingano, creano e inviano feed RSS, creano e pingano sitemap e pagine di contenuto con i tuoi link, più qualche ingrediente segreto). Esempi di questi tool sono Indexification o OneHourIndexing. Per un confronto approfondito e un case study sui vari link indexer puoi leggere questo articolo di Matthew Woodward.

I 10 fattori di conversione (CTR) più importanti per una scheda GMB

  1. Numero di recensioni
  2. Rating elevato (4,4-5 stelle) su Google
  3. Sentiment positivo nel testo delle recensioni
  4. Prossimità del business al punto di ricerca
  5. Funzione messaggi attiva
  6. Orari configurati correttamente
  7. Possibilità di prenotare attraverso la scheda
  8. Frequenza con cui si pubblicano post
  9. Sezione domande con FAQ create dal business stesso
  10. Esaustività della scheda

La scheda Google My Business non è tua!

È necessario tenere sempre presente che Google My Business è una property di Google e anche se apparentemente abbiamo molto controllo su come appare nei risultati di ricerca, attraverso le informazioni che si inseriscono nella Dashboard, in realtà non è proprio così. Gran parte del controllo rimane infatti nelle mani del vero proprietario, Google.

Per fortuna, negli ultimi cinque anni si sta osservando un trend di sempre maggiore cessione del controllo da parte di Google; per esempio, i sempre più numerosi attributi sono in buona parte controllati dal business, anche se alcuni continuano a essere ancora controllati dai clienti così come lo sono, e per ovvie ragioni sempre lo saranno, le recensioni.

Elementi del pannello controllati pienamente o parzialmente da Google e non dal business:

  • La descrizione che appare in alto sul pannello, chiamata Editorial summary, è disponibile solo per alcuni business (notorietà e industry in cui si opera sono determinati). È redatta a mano da Google e non è possibile editarla in modo diretto.
  • In qualche caso, riguardante ad esempio attrazioni turistiche importanti come un parco a tema (che hanno anche una quantità di campi specifici non presenti in altre tipologie di business) l’editorial summary può essere estratto da fonti autorevoli come Wikipedia a cui Google attinge già per il suo Knowledge Graph.
  • In caso di errori, è possibile però fornire prove fattuali e chiedere una rettifica rivolgendosi direttamente al supporto di Google My Business.
  • Le stelle dorate appaiono in alto sul pannello solo per le schede associate a siti che usano schema e che hanno già le stelle presenti nella loro Brand SERP (relativa al nome del brand + eventuale modificatore locale).
  • “Recensioni dal web”: la piattaforma da cui provengono è quella in cui il rating medio è più alto e inoltre sono le stesse già presenti nella Brand SERP.
  • Anche gli orari di apertura non sono del tutto nel pieno controllo del business. Infatti, Google può modificarli allineandoli a quelli individuati su altre fonti, generalmente il sito stesso. Una ragione in più per ripetere: consistency is the King!

10 falsi miti sul posizionamento di una scheda GMB

Scappa da chiunque ti suggerisca uno di questi “inutili” trucchi, sono panzane che non funzionano affatto e, come spesso accade nel mondo SEO, sono dure a morire. Ecco i miti più diffusi, smentiti dallo stesso Shaw, nel corso di numerose presentazioni.

  1. Specificare le “aree servite” influenza il posizionamento.
  2. La descrizione, e quindi la presenza di keyword al suo interno, influenza il posizionamento.
  3. Le keyword nelle risposte alle recensioni influenzano il ranking.
  4. L’uso di un numero telefonico virtuale impatta negativamente sul posizionamento (l’importante è inserire il numero reale come secondario).
  5. Pagare local ads influenza il posizionamento.
  6. Solo trovarsi in posizione 1 è davvero rilevante.
  7. Ci vogliono mesi per posizionarsi nei risultati di ricerca locali (in verità possono bastare anche solo poche ore).
  8. Geo-taggare le foto influisce sul posizionamento (piuttosto, come buona norma SEO bisogna aggiungere l’alt text nelle foto presenti sul sito).
  9. Inserire una Google Map all’interno del sito influenza il posizionamento (le ragioni per embeddare una Google Map sono altre, come fornire la direzione direttamente dal sito senza rinviare alla scheda Google My Business).
  10. Le citazioni non contano più.

For the English version just read GMB/GBP Optimization on steroids on the Studio Makoto Medium account.

Originally posted 2022-01-19 06:42:51.

Massimiliano Geraci

Nuovi Media e R&S